lunedì 17 marzo 2014

Intervista: DIRGE - "LE OSCILLAZIONI DEL TEMPO"






I FRANCESI DIRGE SONO UNA DI QUELLE BAND CHE TI RIMANGONO IN TESTA PER LUNGO TEMPO, CAPACI DI CALIBRARE UN SOUND UNICO, AVVOLGENTE, DEGNO DI NOTA. ATTIVI DA ORMAI VENT'ANNI, QUESTI MUSICISTI PARIGINI HANNO SAPUTO CONSOLIDARE LA LORO ATTIVITA' ALL'INTERNO DEL CIRCUITO POST-METAL. OGGI, IL 6° NUOVO ALBUM "HYPEION" VIENE PRESENTATO IN QUESTA INTERVISTA. HANNO RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE DUE MEMBRI DEL GRUPPO, IL CHITARRISTA STEPHANE L. E IL BATTERISTA ALAIN B.

1. Ciao Stéphane. C'è stato un vuoto di 3 anni tra "Elysian Magnetic Fields" e "Hyperion". Perché?

Stéphane: Per noi, è stato un intervallo di tempo piuttosto normale. Abbiamo sempre bisogno di tempo per ritrovare le energie utili a noi stessi, in termini di creazione. In un certo senso, avevamo bisogno di 'cancellare' dalla nostra mente il precedente album "Elysian Magnetic Fields", al fine di ottenere un inizio migliore partendo da zero, con nuove idee. Noi, sappiamo perfettamente come costruire una canzone per
i Dirge, sappiamo come farla suonare bene, quindi non ci siamo mai persi nell'iniziare un nuovo album. Inoltre, siamo stati in tour tra il 2011
e il 2012, e questo ci ha tenuto lontano per un po' dal nostro studio.

2. Quindi, quale direzione avete preso con il nuovo album e in che cosa differisce dal vostro precedente lavoro?

Stéphane: Non c'erano particolari idee oppure preconcetti quando abbiamo iniziato a lavorare su quello che sarebbe poi diventato "Hyperion". Noi non diciamo mai a noi stessi "dai, facciamo qualcosa di più veloce o più atmosferico", le cose scorrono sempre naturalmente. La forma finale del disco è il risultato di una grande quantità di piccoli dettagli ottenuti durante il processo di scrittura, durante il processo di registrazione e durante il processo di mixaggio. Le cose non smettono mai di evolversi e talvolta trasformarsi in qualcosa di molto diverso dalla forma originale. Così i nostri album non appaiono mai come una "scienza esatta", perché un ampio spazio è lasciato per esperimenti e percorsi accidentali. Quindi se pensate che questo nuovo disco abbia una direzione particolare, potrete avere la vostra personale 'lettura' di "Hyperion", in base a ciò che vi aspettate, a ciò che sapete di noi, a quello che avete conosciuto tramite il nostro album precedente, oppure semplicemente seguendo una personale sensibilità. Ma onestamente, non posso illustrarvi come si differenzia dai nostri precedenti lavori. Tutto quello che so è che "Hyperion" segue lo stesso filo conduttore, la propria evoluzione nella nostra discografia ma prendendo una strada diversa, perché non abbiamo mai voluto ripeterci.

3. A proposito del tuo ultimo lavoro, la prima volta che ho ascoltato "Hyperion" ho avuto questa impressione di modernità...

Stéphane: Spero di sì. Per esempio, non siamo più nel 2003 per registrare una copia del nostro terzo album "And Shall The Sky Descend", perché non avrebbe alcun senso! Quindi, grazie. Sono d'accordo con te, anche se non so a che tipo di modernità ti stai riferendo. Come sempre abbiamo provato diversi suoni ed effetti, suonando con alcuni patterns elettronici, qua e là, questo rende il materiale di "Hyperion" qualcosa di fresco.



4. Tutte le canzoni sono molto suggestive. Il disco era anche destinato
a suonare come una vera e propria colonna sonora oppure è qualcosa che è successo spontaneamente?

Alain: Mai calcolato nulla, perché abbiamo sempre amato quel tipo di atmosfere. Da parte mia, posso dire che può essere stato influenzato dai Pink Floyd.

Stéphane: Noi siamo sempre stati amanti di un certo tipo di materiale vicino ad uno stile cinematografico, colonne sonore o gruppi che suonano pezzi 'soundscape' (Pink Floyd, Fields Of The Nephilim, Lycia, Godspeed You! Black Emperor!). Sviluppiamo questo aspetto atmosferico all'interno della nostra musica da dieci anni. "Hyperion" è semplicemente più etereo, ha più synth e suoni avvolgenti, che a volte possono dare questo impatto simile ad una "colonna sonora".

5. Da dove prendete le vostre influenze per scrivere musica?

Alain: Abbiamo tutti influenze diverse e un background musicale diverso, ma alla fine, secondo i nostri desideri creativi ci riuniamo nei Dirge, anche perché abbiamo una mentalità abbastanza open-minded.

6. Liricamente, sviluppate diversi temi?

Stéphane: Tutte le tracce portano sempre le stesse idee, ma sviluppate in direzioni diverse, con differenti punti di vista. Questo non è un concept album che si snoda intorno ad un soggetto principale, come è accaduto nel caso di "Elysian Magnetic Fields" e del suo tema portante. A me non piace analizzare i nostri testi, non voglio che vengano disincarnati con una spiegazione semplice e inutile. Le persone sono libere di trovare ciò che vogliono all'interno di quelle parole.



7. Il suono che avete con i Dirge può essere associato nella scena post-metal più atmosferica che negli ultimi anni è cresciuta davvero molto. Secondo te, quali sono le differenze tra i Dirge e tutti questi altri gruppi? Qual è la forza motrice nella vostra musica?

Stéphane: Vedo e capisco il legame comune che abbiamo con questa scena e il perché siamo associati a questo movimento denominato post. Siamo stati etichettati sotto tanti sottogeneri (post-metal, post-hardcore, sludge atmosferico, noise-core etc) che oggi non mi interessano più. E' parte del gioco. Stavamo facendo le nostre cose molto prima che questa scena crescesse e lo faremo ancora quando questa scomparirà, quindi non è così importante.

8. Come si fa a bilanciare la vita on the road con quella personale?

Alain: Ovviamente, non è sempre facile conciliare tutto (la famiglia, il lavoro e la band), ma il gruppo rimane una priorità ed è parte di una vita equilibrata...

9. Quali sono le tue aspettative personali per il nuovo anno?

Alain: Vogliamo che questo nuovo album venga ben accolto e, naturalmente, vorremmo suonare dal vivo e per questo continueremo a conciliare tutto.

10. Qual è il prossimo passo per i Dirge?

Stéphane: Noi saremo in tour in Polonia e forse in Germania il prossimo maggio. And we wish playing more gigs in the months to come as playing live is half of the Dirge's raison d'être.

11. Grazie per l'intervista.

Stéphane/Alain: Grazie a te!



CONTATTI: dirge.fr - dirgeparis.bandcamp.com - facebook.com/DIRGE.fr

DIRGE line-up:

Marc T. - Chitarra, Voce, Programming
Alain B. - Batteria
Stéphane L. - Chitarra
Luz - Basso

RECENSIONE:
DIRGE "Hyperion" CD 2014 - debemur morti productions