giovedì 7 novembre 2013

Intervista: SAHG - "SPERDUTI NELLE PROFONDITA' DELL'UNIVERSO"






"DELUSIONS OF GRANDEUR" RAPPRESENTA A PIENO TITOLO LA CONFERMA ASSOLUTA PER UNA BAND STRAORDINARIA: I NORVEGESI SAHG PROVENIENTI DA BERGEN! UN NUOVO DISCO CHE EMOZIONA E COINVOLGE DALLA PRIMA ALL'ULTIMA COMPOSIZIONE, POTENTE E SPERIMENTALE COME POCHI ALTRI NEL CIRCUITO DEL METAL. PROVARE PER CREDERE! HO AVUTO IL PIACERE DI PARLARE CON IL CANTANTE/CHITARRISTA OLAV IVERSEN.

1. Ciao Olav. Ho ascoltato "Delusions of Grandeur" nella sua interezza ed è davvero fantastico. Mi ha reso felice questo nuovo disco e mi ha dato i brividi. Ho pensato a due parole quando ho finito di approfondirlo: è una 'impressionante reinvenzione'!

- Grazie per queste tue parole! Per noi, è certamente una reinvenzione. Abbiamo attraversato un sacco di fasi diverse per fare i passi giusti e quindi trovare la nuova / corretta direzione per questo album. E' stato come ritornare agli inizi, ricominciando con un nuovo approccio alle cose. Lungo la strada volevamo ampliare la nostra espressione, adottando un approccio più 'spaced-out'. Ci sono voluti tre anni, ma ne è valsa la pena. Adesso ci godiamo il merito di questo sforzo.

2. Di certo questo è stato un nuovo passo per voi. Sembra che il processo di scrittura e la registrazione stessa siano avvenute molto lentamente. Il precedente "III" venne pubblicato nel 2010. ...È stata una decisione consapevole la vostra?

- Non è stata una decisione consapevole quella di far trascorrere tre anni, ma consapevole è stata quella di prenderci il tempo necessario per trovare una nuova direzione e apportare così le modifiche che ritenevamo necessarie. L'unica cosa chiara dopo aver pubblicato "Sahg III", era che volevamo fare qualcosa di nuovo e diverso dai primi tre album. Così la maggior parte del tempo è stato speso per cercare, trovare e perfezionare questa nuova direzione.

3. Come hanno fatto queste idee musicali ad arrivare a tanto?

- L'album è influenzato da una serie di elementi, non solo musicali. Film come "2001: Odissea nello Spazio" e "Metropolis" hanno avuto un grande impatto sia sul concept dell'album, che sull'atmosfera ed estetica dello stesso. Alcuni romanzi contemporanei: "My Struggle" dello scrittore norvegese Knausgaard e "Astropolis" di Sean Williams hanno ispirato il concept. Altre influenze sono arrivate dalle manie di grandezza e dagli autentici orrori di guerra e violenza, vissuti oggi e nel corso della storia. L'idea ha preso forma quando ci siamo resi conto che molte delle prime idee per le lyrics avevano tanto in comune, e quindi rientrarono in uno stesso concept. Tutto questo si è evoluto ulteriormente in una storia che racconta di una persona che si lascia sopraffare dalle sue manie di grandezza viaggiando in un universo immaginario, dove perde il contatto con la realtà, e alla fine si lascia andare nel vuoto. Musicalmente siamo ritornati alle influenze più moderne rispetto a prima, il 70s hard rock è sempre lì comunque, e non abbiamo bisogno di cercare l'ispirazione. Ultimamente siamo ispirati da un sacco di Prog, moderne prog metal band come Mastodon e Opeth, oppure classici tipo King Crimson, Pink Floyd.



4. Qual è il vostro processo di scrittura?

- Ogni idea iniziale per un brano è stata creata da uno dei membri. Noi collaboriamo insieme per evolverla e farla diventare un pezzo finito. Contribuiamo ad ogni altra idea con riff, parti diverse, drum beats... linee vocali, testi e così via. In questo modo, i membri della band hanno un'influenza su ogni canzone.

5. Forse, il cambiamento e il modo con cui ti sei avvicinato alle parti vocali ha influenzato il tuo modo di comporre le linee di chitarra? Puoi dirmi qualcosa al riguardo?

- Sì, il nuovo approccio su questo album ha sicuramente fatto in modo che i diversi elementi si influenzassero e cambiassero a vicenda. Per esempio , abbiamo scoperto come i riff pesanti combinati con le vocals più calme creano una speciale di atmosfera inquietante. In generale, gli ultimi approcci strumentali sono serviti per trovare delle espressioni davvero uniche. Su questo album ho utilizzato diverse tecniche vocali, più che
in passato, e anche Tony ha contribuito con la sua voce. Abbiamo fatto
la stessa cosa con le chitarre, impiegando più tempo per provare diversi suoni e tecniche. In totale, credo che questo abbia contribuito alle ricche dinamiche e alle grandi variazioni presenti sul disco.

6. Ottenere delle buone canzoni da suonare là fuori davanti alla gente è il passo finale e più importante nel processo di songwriting?

- È il passo più importante, naturalmente. Non puoi davvero sapere se hai creato qualcosa di buono prima di suonarlo di fronte ad una folla. Ma se la risposta che arriva è positiva, è davvero un grande piacere.

7. La fisicità delle vostre performances è importante quanto la musica che suonate?

- L'estetica e l'energia fisica sono una parte naturale della nostra performance. Non è un atto che mettiamo fuori quando andiamo on stage,
è semplicemente il modo in cui abbiamo imparato ad eseguire la musica durante la nostra crescita. Dire che è importante quanto la musica è un po' troppo, ma è sicuramente una parte fondamentale della performance.



8. I testi su "Delusions of Grandeur" cambiano con le varie canzoni, o c'è un racconto di base? La musica è piuttosto intensa ed emozionale... anche nei testi si respira ciò?

- I testi raccontano diverse parti della storia, ma non in un ordine cronologico. Abbiamo scelto di mettere insieme le canzoni pensando ad un film che salta avanti e indietro nel tempo, lasciando che l'espressione musicale delle composizioni decidesse l'ordine di esecuzione. Ma, messi insieme, i testi raccontano una storia abbastanza completa sull'ascesa e declino del carattere delirante. Le lyrics esprimono un ampio spettro di vibrazioni ed emozioni, dal realismo buio di dominanza e psicopatia, alle scene di fantasia sognante.

9. Puoi parlare del titolo del disco?

- Tutto è iniziato con il titolo dell'album, in un certo senso. La frase ci aveva bloccato per un bel po', e dopo aver scritto un paio di canzoni che si adattavano a questa, abbiamo iniziato a lavorare seguendo l'idea di creare un concept album attorno ad essa. Si tratta di un titolo che racchiude tanta sostanza e molti contenuti. Pensavamo suonasse bene come titolo di un disco, quindi lo abbiamo utilizzato senza avere dubbi.

10. Sembra un tipo di artwork differente quello utilizzato su "Delusions of Grandeur". Insomma, un approccio visivo totalmente diverso dai vostri precedenti album...

- Sicuramente volevamo che l'artwork riflettesse l'approccio psichedelico
e sperimentale dell'album... Questa estetica cosmica crea una metafora perfetta sul concept trattato. Attraverso la copertina abbiamo voluto esprimere il cambiamento e l'evoluzione per l'album. L'ambizione era di fare un'artwork chiaramente diverso dalle nostre precedenti copertine.

11. Quali sono i vostri progetti per il 2014?

- I piani per il 2014 sono i tour e la scrittura per il prossimo album. Ci stiamo preparando per un anno molto impegnativo. Abbiamo intenzione
di suonare un sacco di concerti e festival, e avere il materiale per il prossimo album pronto entro la fine del prossimo anno.

12. Grazie per l'intervista!

- My pleasure, sir!



CONTATTI: facebook.com/Sahgband - youtube.com/sahgband

SAHG line-up:

Olav Iversen - Voce, Chitarra
Thomas Tofthagen - Chitarra
Tony Vetaas - Basso
Thomas Lønnheim - Batteria


RECENSIONE:
SAHG "Delusions of Grandeur" CD | LP 2013 - indie recordings